Claudio Olivieri
SIPARIO
È come un bagliore che mi accoglie entrando, dopo la penombra di una prima stanza, nello studio di Raffaele. Allora, osservando il grande dipinto, mi chiedo se sia finito, appeso alla parete e come in attesa. Forse manca un segno, una stesura, ma è come se già si svolgesse, annunciandosi in questo riverbero abbagliante che ne è già l’essenza, ciò che darà forza al suo compiersi.